N° 82
ONORI MILITARI
1.
Pentagono, Contea di Arlington,
Virginia. Oggi. James Rupert Rhodes preferisce non ricordare quando è
stata l’ultima volta che ha indossato la sua uniforme da ufficiale dei Marines,
qualsiasi ricordo legato ai suoi anni nel Corpo gli sembra legato a sangue e
morte.
Le circostanze l’hanno
costretto a recitare di nuovo quella parte e deve ammettere con riluttanza che
nei suoi vecchi panni si trova fin troppo bene.
La receptionist è una
civile carina e dall’aria annoiata.
-Tenente Colonnello James R. Rhodes.- si presenta.
-In cosa posso aiutarla, Colonnello?-
-Sto cercando il Tenente Generale John Arthur Ryker. Mi è stato detto
che è qui adesso.-
-Ryker ha detto? Che branca?-
-Esercito. Dovrebbe essere agli Stati Maggiori Riuniti.-
-Eccolo qua: Ryker, John A. Vedo che non ha un appuntamento,
Colonnello.-
-Lo avvisi che sono qui, scommetto che vorrà vedermi.-
La donna fa una breve
telefonata e poi si rivolge a Rhodey:
-Il Generale la attende, Colonnello. La faccio scortare sino al suo
ufficio.-
Rhodey annuisce
soddisfatto.
Sede della REvolution, Clason
Point, Bronx, New York. 24 ore prima. La giovane donna dai capelli
scuri e corti e dallo sguardo severo che indossa un sobrio tailleur in gessato
blu con gonna appena sopra il ginocchio, e sotto la cui giacca s’intravvede una
fondina ascellare, sta in piedi davanti a Tony Stark che fa una smorfia e
fissandola negli occhi castani dice:
-Non mi piace,-
-Non deve piacerle, Mr. Stark.- ribatte l’Agente Speciale Supervisore e
Vice Direttrice ad interim della Divisione Gestione Superumani del F.B.S.A.
Maria Hill -Queste sono le regole e non sono state scritte con l’intento di
piacere a lei. I due Deathlok sono superumani pericolosi e saranno trattenuti
sotto custodia del F.B.S.A. sino a che non saranno elevate accuse specifiche
contro di loro.-
-Se è solo questo il problema…-
Tony prende il suo
cellulare e compone rapidamente un numero in memoria.
-Foggy? Sono Tony Stark. Innanzitutto sono contento di sapere che stai
bene.[1]
Ti chiamavo per quei due cyborg che l’Agente, pardon, la Vice Direttrice Hill, vuole portar via. I
Vendicatori ed io in persona garantiamo per loro. Ci servono liberi perché
stanno collaborando a stanare i loro capi.-
Un altro po’ di
conversazione poi Tony passa il telefono alla Hill.
-Il Procuratore Nelson vuol parlare con lei.-
La donna prende l’apparecchio
ed ascolta per poi replicare:
-Si, Signore,capisco però secondo le regole possiamo trattenerli… uhm…
no, non voglio discutere la sua autorità… va bene, farò come dice.-
Maria Hill restituisce
a Tony il telefono con aria decisamente cupa e parla con voce dura:
-Ha vinto lei, Stark, i due cyborg sono liberi sotto la responsabilità
dei Vendicatori ma la avverto: se scappano o combinano altri guai, mi
assicurerò personalmente che lei e la sua guardia del corpo in armatura la
paghiate cara.-
<<Sto tremando di
paura.>> commenta Iron Man in piedi accanto a Tony.
Le labbra di Maria
Hill tremano leggermente poi lei si volta ed esce a passo di marcia dalla sala
riunioni sbattendo la porta alle sue spalle.
-Bel caratterino.- commenta Eddie March togliendosi l’elmo -Devo,però
dire una cosa positiva su di lei: ha un bel sedere.-
Tony scoppia a ridere e
replica:
-Questo è un commento che qualcuno si sarebbe aspettato da me, Eddie,
forse ti fa male frequentarmi. Maria Hill sarà anche più spinosa di un cactus
ma ho la sensazione che sappia il fatto suo.-
-Sarà…- ribatte l’ex pugile afroamericano -… ma è troppo rigida come se
qualcuno le avesse infilato una scopa su per il…-
-Eddie, che linguaggio!-
-Scherzi a parte,che si fa ora, capo?-
-Passiamo all’attacco, Eddie, tutti noi.-
Stark
Tower. Manhattan, New York. Dodici ore fa. Jim Rhodes non riesce a
prendere sonno e questo si riflette anche sulla donna bionda tra le lenzuola
con lui.
-Sei preoccupato?- gli chiede.
-Non proprio.- risponde Rhodey -Non dovrei correre
rischi al Pentagono. Dubito che l’uomo che dovrei incontrare provi ad
assassinarmi proprio li, anche se fosse davvero implicato in questa storia dei
cyborg.-
-Lo conosci?-
-John Ryker? Non esattamente. Quando ero ancora
nei Marines e lui era solo un colonnello dell’Esercito l’ho tirato fuori da una zona “calda” e siamo anche stati
mitragliati dal nemico. Forse questo genere di cose crea un qualche tipo di
legame, non so.-
-Non il tipo di legame che piace a me, questo è
certo.- replica Rae Lacoste abbracciando il marito -Che ne dici se lasciamo da
parte i brutti pensieri e ci dedichiamo ad attività molto più piacevoli?-
-Direi che hai
perfettamente ragione.-
Ed
è quello che fanno.
2.
Pentagono,
Contea di Arlington, Virginia. Oggi. Jim Rhodes sorride ripensando alla
sua bella moglie, poi accantona il pensiero e si rivolge al sergente
dell’Esercito che lo affianca:
-Vedo dalle sue mostrine che appartiene al 75°
Reggimento Ranger ed ha fatto delle missioni all’estero.-
L’uomo
abbozza un sorriso e replica:
-Un paio di turni in Afghanistan e qualche altra
missione di poco conto.-
-Davvero? Difficile da credere vista la vostra
fama. I Rangers aprono la strada , giusto?-
Il
Sergente si stringe nelle spalle.
-È il nostro motto in effetti. E lei, Colonnello,
ha fatto qualche turno in zona di guerra?-
-Qualcuno. La spedizione in Sin-Cong, ma temo che
lei sia troppo giovane per ricordarsela.-
-Ne ho sentito parlare. È lì che ha conosciuto il
Generale Ryker?-
-Esattamente, solo che all’epoca era il Maggiore
Ryker ed io ero solo un Tenente pilota di elicotteri. Tirammo fuori lui e quel
che restava del suo gruppo da una brutta situazione e intendo proprio brutta.
Non credo abbia mai digerito di esser stato salvato dai Marines.-
Arrivano
davanti ad un ufficio e il Sergente si rivolge ancora a Rhodey:
-Lasci che le dica una cosa sul Generale: non ha
mai avuto un bel carattere ma da quando è morta sua figlia[2]
è decisamente peggiorato. Qualunque cosa voglia da lui, non lo troverà molto
collaborativo.-
-Grazie, Sergente, ma ci ero già rassegnato.-
Dopo
un brusco “Avanti” Rhodey viene introdotto nell’ufficio. La porta si chiude
alle sue spalle ma Ryker ostentatamente rimane chino su dei fogli ed è solo
dopo mezzo minuto che alza la testa.
-Rhodes! Non pensavo che l’avrei rivista in
uniforme.- esclama.
-Sono nella Riserva. Ogni tanto mi richiamano in
servizio.-
-Credevo che voi dirigenti d’azienda foste
esentati. Sì, so cosa fa adesso, ne è sorpreso?-
-Niente affatto. So che le piace tenersi
informato.-
-Lasciamo stare i convenevoli e mi dica subito
perché è qui senza tanti giri di parole.-
-Come vuole: cosa sa del Progetto Deathlok?-
Ryker
trasale leggermente ma subito riprende la sua compostezza.
-Il Progetto Deathlok? Perché dovrei saperne
qualcosa? Era farina del sacco di quel pazzo di mio fratello Harlan. Era lui
quello fissato con i cyborg.-
-E anche suo fratello Simon. Non può certo
ignorare che è stato lui a spingere perché la Difesa finanziasse il progetto e
che ne era l’agente di collegamento con il Pentagono, che, incidentalmente è
anche il luogo dove ci troviamo.-
-E allora? Non sono mica….-
-Il guardiano dei suoi fratelli? Io direi di sì,
visto che l’ordine di trasferimento di suo fratello Simon,dal carcere militare
di massima sicurezza dove era detenuto era firmato da lei. Che curiosa
coincidenza che durante il tragitto il Maggiore Simon Ryker sia riuscito a
scappare facendo perdere le sue tracce.-
Ryker
scatta in piedi visibilmente alterato.
-Non mi piace quel che sta insinuando, Rhodes. Non
voglio nemmeno sapere perché è venuto. Se ne vada adesso.-
Rhodey
sorride e ribatte:
-Me ne vado ma può star certo che riprenderemo il
discorso.-
Alle
mie condizioni, pensa.
Fort
Bragg, Contea di Cumberland, North Carolina. Oggi. La figura rossa e
oro di Iron Man atterra in quella che è la più popolosa base militare del
mondo, sede, tra le altre cose, dello Womack Army Medical Center.
Un
ufficiale si fa avanti e fa il saluto:
-Sono il Tenente Generale Curtis, Ufficiale
comandante. Mi avevano preannunciato il suo arrivo. Lieto di incontrare un
famoso Vendicatore.-
<<Il piacere è mio,
Generale. Le hanno detto perché sono qui?>> replica Iron Man.
-Il rapimento di Aria Hayes, certo. Brutta faccenda
davvero. Prima suo padre, il Capitano Medico Hayes rimane gravemente ferito e
scompare misteriosamente dall’ospedale e poi anche la figlia. Pensa che ci sia
un collegamento?-
<<Si fidi: C’è. Posso
vedere gli alloggi degli Hayes?>>
-Mi segua. Normalmente non mi va che dei civili
ficchino il naso nei nostri affari ma i Vendicatori hanno una Priorità di
sicurezza A1 e il Pentagono garantisce per lei.-
<<Le assicuro che
interferirò il meno possibile con le vostre faccende, Generale, il mio solo
interesse è ritrovare la bambina .>>
-La avverto, però, che il nostro C.I.D.,[3] lo
Sceriffo della Contea di Cumberland, la Polizia di Fayetteville e perfino
l’F.B.I. hanno indagato per giorni senza cavare un ragno da un buco.-
<<Spero di essere più fortunato.>> risponde Michael O’Brien <<C’è in gioco la
vita di una bambina .>>
Sperando
che non sia già troppo tardi.
Stark Tower, Manhattan, New York. Venti ore fa. I presenti a questa insolita riunione sono tesi.
-E questo è tutto.- dice Tony Stark -Abbiamo
guadagnato un po’ di tempo e Manning e Hayes sono per ora sotto custodia dei
Vendicatori ma non possiamo stare con le mani in mano. Dobbiamo darci da fare
tutti.-
-Puoi contare su di me, capo.- replica Harold
“Happy” Hogan.
-E su di me, ovviamente.- precisa Eddie March.
-Io penserò al Pentagono.- afferma Jim Rhodes.
Tony
si rivolge a Mike O’Brien:
-Mike, vorrei che ti occupassi tu di rintracciare
la figlia di Henry Hayes. Tra noi sei l’unico che ha esperienza come
investigatore potresti trovare cose che a noi sfuggirebbero.-
-Avevo altri progetti ma possono aspettare.-
replica con durezza l’ex detective dalla chioma rossa -Ho sempre odiato i
rapitori di bambini.-
-Bene è necessario agire in fretta. La sconfitta
di Hayes potrebbe spingere i rapitori a mettere in atto la loro minaccia di
uccidere la bambina per ritorsione.-
Mike
scuote vigorosamente la testa.
-Non accadrà.- afferma.
-Perché ne sei sicuro?- gli chiede Eddie.
-Finché hanno nelle loro mani l’ostaggio possono
usarlo per fare pressione su Hayes. Se la uccidono, perdono l’unica arma che
gli è rimasta per costringerlo a fare quello che vogliono.-
-Ha senso.- ammette Tony.
-E se invece fosse già morta? Se avessero deciso
di sbarazzarsi di un peso ormai inutile?- insiste Rhodey.
-Non ha senso chiederselo.- ribatte Mike -Meglio
procedere come se fosse viva e sperare di aver ragione. Mai abbandonare la
speranza, mai.-
3.
Contea
di Arlington, Virginia. Oggi. Si è trattato solo di avere pazienza,
pensa Jim Rhodes ora nei panni metallici di War Machine. Ryker non ha resistito
ed ha lasciato l’ufficio mezz’ora dopo la sua visita, esattamente come Rhodey
sperava. Il dispositivo stealth della sua armatura gli permetterà di seguirlo
senza essere rilevato. Naturalmente nulla gli garantisce che stia davvero
andando al rifugio segreto dei suoi fratelli ma è una possibilità da non
trascurare.
Ryker
arriva a casa sua e congeda l’autista. Appena dentro fa delle telefonate che
Rhodey è in grado di ascoltare perfettamente grazie ai dispositivi di intercettazione
e ricezione della sua armatura. Quello che ascolta sarà del tutto
inutilizzabile in tribunale ma non è al tribunale che sta pensando Rhodey
adesso.
<<Dobbiamo vederci subito.>> sta
dicendo Ryker <<Sarò lì tra un’ora.>>
<<È troppo presto. Non…>>
<<Non ti sto chiedendo il permesso, Harlan,
ti sto solo avvisando. Ci vediamo tra poco .>>
Passa
poco tempo e Ryker esce di casa. È in borghese adesso. Veste casual: jeans,
camicia a quadri e giubbotto di pelle. Dal suo punto d’osservazione Rhodey non
riesce a capirlo ma scommetterebbe che è armato. Una rapida scansione gli
conferma che ha una pistola in tasca, una nel cruscotto della sua auto ed un
fucile nel bagagliaio. È pronto a tutto il generale ma non a lui, questo è poco
ma sicuro.
Ryker
guida sino ad un piccolo aeroporto privato e sale su un elicottero per poi
decollare diretto a nord.
Le
cose si fanno interessanti, pensa War Machine.
Un
luogo non identificato, 12 ore fa. Il Dottor Jonas Harrow riflette. Gli
errori dei fratelli Ryker potrebbero rivelarsi fatali. Se si fossero attenuti
al piano originario, ora l’esercito di cyborg che gli è stato chiesto di creare
sarebbe pronto e nessuno ne saprebbe niente ma la loro ossessione per
Michael Collins li ha spinti ad un
errore dietro l’altro. Ora hanno perso il controllo su ben due Deathlok, per
tacere di Coldblood-7 ed i loro finanziatori non ne saranno soddisfatti.
Una
porta si apre e nella stanza entra una giovane donna dall’aria esotica che
indossa un vestito a fiori.
-I soggetti che aspettava sono pronti, Dottore.-
annuncia.
Tono
fintamente umile ma in realtà è un’emissaria del potente Consorzio Ombra. Una
sua parola e le loro stesse vite non varrebbero più nulla.
-La ringrazio Miss…-
La
ragazza abbozza un sorriso e replica:
-Raina, soltanto Raina.-
-Bene, Miss Raina, vuole seguirmi?-
-Dopo di lei, Dottore.-
Per
un breve istante Harrow la guarda come se avesse timore di voltarle le spalle
poi si gira e la precede nel corridoio.
Sede
della Stark-Fujikawa, Flushing, Queens. Oggi. Nel suo ufficio di Presidente
Rumiko Fujikawa apre una scatola di metallo e ne osserva il contenuto: un
guanto metallico rilucente.
Esita
qualche istante e poi lo infila alla mano destra. Che sensazione incredibile,
pensa la giovane Giapponese, sente il potere scorrere lungo il braccio e poi in
tutto il suo essere. Capisce perché Suzi Endo abbia ceduto alla sua seduzione.
Le
sembra di udire una voce suadente che le sussurra:
“Usami”
Ed
è proprio quello che lei vuol fare.
4.
Base
Congiunta McGuire-Dix-Lakehurst,
New Jersey. Sei ore fa. Non è la prima volta negli ultimi tempi che questo
complesso che riunisce ben tre installazioni militari, rispettivamente
dell’Aviazione, dell’Esercito e della Marina, riceve la visita dell’eroe in
armatura noto come Iron Man, quello che, però, non sa chi lo accoglie e che
sotto l’armatura non c’è lo stesso uomo dell’ultima volta.
-Bentornato tra noi, Iron Man.- lo saluta il
comandante di Fort Dix -Devo presumere che ci siano novità sul’assalto
dell’altro giorno?-[4]
<<Non esattamente,
Colonnello.>> risponde Eddie March <<Speravo che
potesse darmi notizie dei feriti.>>
-Curioso che me lo chieda. Non dovrei dirglielo in teoria
ma credo di potermi fidare di un Vendicatore. Il fatto è che i feriti più gravi
sono… beh… scomparsi.-
<<Scomparsi
?>>
-Esattamente. Pare che qualcuno abbia falsificato
degli ordini di trasferimento dei feriti più gravi in vari ospedali militari in
cui però non sono mai arrivati. Né loro, né il personale che li accompagnava.
Tutti spariti. I nostri stanno indagando ma per ora senza esito.-
Tony
aveva ragione,pensa Eddie: l’assalto aveva come scopo quello di creare nuovi
cyborg da selezionare tra i feriti. Prendere quelli già mutilati non basta più
agli autori di questo infame complotto.
<<Grazie,
Colonnello.>>
-Scusi se glielo chiedo, ma avevo sentito che
l’avevano visto a Fort Bragg in North Carolina.-
Non
sono lo stesso Iron Man sta quasi per rispondere Eddie ma non è una notizia che
il Colonnello ha bisogno di sapere e così replica:
<<Mi muovo molto
veloce.>>
E
come a sottolineare la cosa, si leva in volo allontanandosi rapidamente.
Nei pressi del confine tra Pennsylvania e
Ontario. Oggi. Ci è voluta un po’ più di un’ora, pensa War Machine, ma
l’importante è essere arrivati dopotutto. Il posto sembra una fabbrica
abbandonata e c’è da scommettere che ad indagare sulla sua proprietà ci si
imbatterebbe in una teoria pressoché infinita di società fantasma.
Tutto
questo non interessa adesso a Jim Rhodes, adesso ciò che conta è scoprire tutto
il possibile sugli sporchi giochi dei fratelli Ryker.
Dalla
sua armatura si staccano dei mini droni che scendono silenziosi, guidati dalle
tracce di calore.
In
un salone ci sono tre persone che stanno parlando. War Machine sente le loro
voci come se fossero accanto a lui:
<<Non avrei mai pensato che proprio tu, fra
tutti noi, ti saresti fatto prendere dal panico, John.>>
<<Non è panico ma buonsenso , Harlan.>>
replica seccamente il Generale Ryker <<I tuoi cyborg prigionieri hanno
parlato, è ovvio: Rhodes è venuto da me facendomelo capire fin troppo bene
.>>
<<I cyborg non sanno nulla di rilevante.
Abbiamo coperto bene le nostre tracce:>>
Un’altra
voce. se quello di prima era Harlan Ryker, questo deve essere Simon.
<<Ne sei davvero sicuro?>> ancora John
Ryker <<Se sono arrivati sino a me…>>
<<Silenzio!>> intima improvvisamente
Simon <<Siamo spiati.>>
Come
ha fatto a capirlo? Si chiede Rhodey mentre sotto di lui i suoi droni
cominciano a muoversi come impazziti fino a scontrarsi tra di loro.
Il
momento delle sottigliezze è finito, pensa lanciandosi a tutta velocità verso
la fabbrica.
Attico di Justine Hammer, Manhattan, New York. Quindici ore fa. Tanto per cambiare, veste di rosso, pensa
cinicamente Ezekiel Stane entrando nell’appartamento e rivolgendo uno sguardo
di apprezzamento alla donna davanti a lui.
-Sei arrivato, finalmente.- gli si rivolge lei
senza nascondere l’impazienza.
-Calmati.- le dice Zeke con un sorriso -Tutto sta
andando secondo i piani, te lo assicuro.-
-Me lo auguro per te. Ho investito parecchio in
quest’impresa e sarà bene che renda.-
-Tranquilla. se ti preoccupa il profitto, non
avrai problemi.-
-Non è solo quello, lo sai. Ho visto cos’ha fatto
a mio padre l’ansia di vendetta su Tony Stark, non voglio che capiti lo stesso
anche a te.-
Sembra
sincera, pensa il giovane, ma chi può dirlo davvero con una come lei?
-Non accadrà.- replica convinto -Non ripeterò gli
errori di mio padre.-
5.
Nei pressi del confine tra
Pennsylvania e Ontario. War Machine sfonda una parete e piomba all’interno di una stanza dove trova
i tre fratelli Ryker.
<<Vi conviene non
fare mosse false, non sono dell’umore giusto.>> li avverte
puntando su di loro i palmi delle sue mani guantate di metallo.
-Ti sei fatto seguire come un fesso, Generale.-
sbotta Harlan Ryker rivolto al fratello John.
-Sono… sono stato molto attento.- borbotta
quest’ultimo.
<<Non abbastanza
per la tecnologia Stark.>> ribatte Jim
Rhodes <<Ora vi arrendete con le buone? Non vedo i
vostri cyborg e voi e le vostre guardie armate non siete alla mia
altezza.>>
-Non esserne troppo sicuro.- replica Simon Ryker
avanzando verso di lui -Se avessi studiato il mio dossier, sapresti che dopo
uno sfortunato incontro con Sub Mariner[5]
sono divenuto, mio malgrado, una delle prime cavie di mio fratello Harlan. Non
solo mi ha messo delle protesi di metallo nelle gambe ma ha anche inserito nel
mio cranio un congegno che mi permette di controllare qualsiasi dispositivo
elettronico e sistema operativo di qualunque computer o simili che sia nelle
mie vicinanze… compreso quello della tua armatura.-
<<Tu… non
puoi…>>
Con
sgomento Rhodey vede le sue mani muoversi contro la sua volontà e puntare
contro il suo elmo. Sente anche una voce elettronica femminile dire:
<<Repulsori
attivati. Pronti a sparare.>>
-Mi ci è voluto un po’, lo ammetto…- dice Simon
Ryker con evidente soddisfazione nella voce -… ma alla fine ce l’ho fatta ed
ora vedremo se la tua tanto vantata armatura resiste anche a se stessa.-
Deserto
del Nevada. Un’ora fa. Il posto in origine era una base militare oggi
abbandonata. Sull’unica pista ancora agibile due jet da trasporto attendono di
decollare mentre quelli che sembrano di tutta evidenza cyborg pesantemente
armati salgono a bordo in fila indiana.
Un
uomo dai capelli e baffi bianchi si rivolge ad una donna più giovane dai capelli
rossi:
-Dovrebbe essere soddisfatta, Dottoressa Dyson.
Oggi vedremo finalmente il frutto del nostro lavoro in azione.-
-Se lo dice lei, Dottor Harrow.- replica con voce
atona Gina Dyson.
-So che non è in grado di apprezzarlo quanto me,
mia cara…- aggiunge Jonas Harrow -… ma mi creda : oggi io e lei scriveremo la
storia!-
La
donna sente un brivido correrle lungo la schiena.
Deserto
del Nevada. Mezz’ora fa. Un uomo molto speciale a bordo di un’auto
altrettanto speciale osserva i jet prendere il volo e si lascia sfuggire
un’esclamazione di stizza:
il
Colonnello Eric Savin è sempre stato un uomo pragmatico e non è cambiato ora
che è il cyborg Coldblood-7. È arrivato troppo tardi e deve accettarlo ma
questo non vuol dire che intenda rassegnarsi
Attiva
i suoi sistemi di comunicazione e parla:
-Coldblood ad Iron Man. Ho mancato gli uccellini
per un soffio. Ora sta a te fermarli.-
<<Ricevuto
Coldblood. Tu che farai ?>>
-Le solite cose di quelli come noi: spaccherò la
testa di qualche cattivo e salverò una damigella in pericolo.-
E
senza aggiungere altro Coldblood punta a tutta velocità verso l’installazione
davanti a lui.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Nulla
di davvero rilevante da dire su quest’episodio. Nel prossimo avremo più Iron
Men di quanti avreste pensato e più azione di quanto vi aspettereste.
Non
mancate allo scoppiettante finale della nostra saga.
Carlo
[1] Foggy Nelson è reduce da un incidente d’auto in cui si è rotto una gamba.
[2] È avvenuto su Vendicatori MIT #52.
[3] Criminal Investigative Department, il servizio investigativo dell’Esercito degli Stati Uniti.
[4] Nell’episodio #76.
[5] È accaduto nientemeno che su Marvel Spotlight #27 (In Italia su Fantastici Quattro, Corno, #159).